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storia del parkour da herbert a noi 1

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Messaggio  Ninja_climber Lun Set 29, 2008 10:15 pm

nella storia della civilizzazione umana sono non pochi i personaggi che faticano ad ambientarsi nel mondo del cemento e del business...basti pensare a hucklberry finn, tom sawier,robinson crosuè....

spesso questi bastian contrari della loro epoca preferivano la natura ed i grandi spazi all'aria aperta, e non sopportavano di soffocare in mezzo a grigie case, con i suoi argini da rispettare e le regole...per non parlare delle gerarchie sociali....

fu un militare francese che negli anni 20 si rese conto che questi personaggi di pura invenzione nascondevano un grande segreto: il segreto della libertà dagli schemi intellettuali.

assieme alla globalizzazione l'uomo ha talmente assimilato i suoi costrutti che ormai gli risulta impensabile salire qualcosa senza una scala, o andare aventi per la sua strada se incontra un muro o degli ostacoli...esattamente come per le regole. nessuno ricorda che prima che scale e regole fossero fatte, i nostri avi si dovevano arrangiare con ciò che avevano, ed erano talmente presi a lavorare per la sopravvivenza ed a riposarsi per poi ritornare al lavoro che in un certo senso non avevano il tempo di compiere atti poco appoggiati dagli altri o che causavano la disapprovazione interiore.

questo generale francese, di nome george herbert partì per un'esercitazione in africa, dove ebbe il modo di conoscere delle persone che vivevano di questo:senza regole ma molto rispettosi e senza scale Wink

fu vedendoli muoversi nelle giungle e nelle savane che potè vedere come questa tendenza non era un fatto psicologico ma anche fisiologico.

un uomo civilizzato taglierebbe tutte le piante che incontra lungo il cammino per poi creare una strada dove potersi spostare, ma quella gente sembrava non utilizzare strade poichè non ne aveva bisogno.

fu al suo ritorno in città che egli applicò tutto ciò che potè imparare da loro, in un modo molto importante: si era liberato dagli schemi intellettuali che senza che noi ci accorgessimo, applichiamo. trasformò la giungla in un grande guazzabuglio di asfalto e cemento e cominciò ad andare avanti per la sua strada dimenticandosi delle strade, dei sensi di marcia, dei muri e quant'altro.



http://it.youtube.com/watch?v=dfKryJwTMb4&feature=related

dopodicchè scrisse i suoi libri tra i quali "il metodo naturale" E "essere forti per essere utili" dove trattò il tema della civilizzazione e dei problemi fisici dell'uomo a causa dell'indebolimento dovuto agli agi della tecnologia per poi sfociare agli esercizi utili per stare in forma ed il percorso di combattimento da utilizzare per allenarsi, fino all'utilità che si può fornire a se stessi ed alla patria se si è in salute fisica.



tutto ciò ebbe buoni risultati e molte applicazioni sia in ambito militare che civile.

arrivò l'anno 1997, in cui un giovane praticante dei percorsi di herbert, david belle, non si trasferì dalle foreste finlandesi dove si allenava con il padre, a parigi.

in assenza del padre e delle foreste, david iniziò ad allenarsi in città creando nuove tecniche e scartando le tecniche di combattimento e lotta grecoromana che caratterizavano il parcourse de combattent, dando vita al semplice parcourse (percorso) chiamato parkour con la K che indica una rivoluzione e la perdita della finale "se" per indicare la praticità e la sintesi delle evoluzioni che devono essere fluide ed efficaci.



il parkour è l'arte dello spostamento vero e proprio. tutti fanno parkour nel momento in cui utilizzano i propri arti per superare gli ostacoli.è una cosa che tona utile in casi di difficoltà, di emergenza o comunque di utilità. rispetto alla teoria di herbert il parkour mira al percorso + che al corpo...sembra una sorta di arte marziale nella filosofia, in quanto l'avversario da battere è il proprio limite che comunque cresce con l'allenamento e l'esperienza, ed è una lotta continua.

http://it.youtube.com/watch?v=x98jCBnWO8w
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